Colite, qual è il problema?

colitespasticanervosaLa Sindrome dell’intestino irritabile, dall’inglese Irritable Bowel Syndrome (IBS), è una condizione che si manifesta con intensità diversa attraverso molteplici sintomi che comprendono dolore crampiforme e fastidio addominale associati a diarrea e/o stipsi o entrambi i disturbi alternati, alterazione delle caratteristiche delle feci e della frequenza evacuativa (da tre volte al giorno a tre volte alla settimana). Anche la necessità di sforzo all’evacuazione, la sensazione di svuotamento incompleto, la presenza di muco nelle feci, ed il peggioramento dopo i pasti, contribuiscono all’esacerbazione del dolore.
La sintomatologia varia molto da persona a persona e in alcuni casi può anche influire sulla qualità della vita.
Questa problematica, a lungo identificata con il termine di colite o colon irritabile, è oggi più precisamente definita Sindrome dell’intestino irritabile (IBS) ad indicare un interessamento non solo del colon ma di tutto l’intestino.
L’IBS è un’esigenza diffusa nella popolazione italiana ed è più frequente nelle donne.
L’IBS è un disturbo cronico che alterna periodi di aggravamento a fasi di remissione e viene suddiviso, a seconda dei disturbi più ricorrenti, in:
• IBS-C (C: constipation): IBS caratterizzata dalla presenza di stipsi. Più comune nelle donne.
• IBS-D (D: diarrhea): IBS caratterizzata dalla presenza di diarrea. Più comune negli uomini.
• IBS-A (A: alternate): IBS che alterna periodi di stipsi a periodi diarrea.
Le cause precise che portano all’IBS non sono ancora completamente note. L’opinione condivisa dagli esperti è che si tratta di un disturbo multifattoriale dove molti fattori possono influire nell’insorgenza dei sintomi, infezioni intestinali, cattiva alimentazione, ed anche fattori psicologici non trascurabili quali ansia, stress e nervosismo.
Al di là della variabilità dei sintomi derivanti da cause differenti, è importante comprendere che i sintomi dell’IBS sono in parte dovuti ad un’aumentata permeabilità della mucosa intestinale che espone gli strati sottostanti ad un contatto non fisiologico con le sostanze irritanti normalmente presenti nell’intestino, rendendolo ipersensibile.
La mucosa intestinale infatti è dotata di una permeabilità selettiva: permette l’ingresso di ciò che è utile, come i nutrienti, e fa da barriera alle sostanze dannose, come batteri, parassiti e tossine. Qualora le sostanze dannose superino la barriera fisica si attiva la barriera sottostante, quella immunitaria, alimentando una reazione infiammatoria.
La chiave del nuovo approccio è quindi la protezione della mucosa intestinale alterata.
L’approccio terapeutico non può che rimanere diversificato dovendo tenere in considerazione le particolarità di ogni paziente. Molto utili gli interventi di tipo dietetico, perchè è noto che alcuni alimenti sembrano influenzare i sintomi. Ogni persona che soffre di questa problematica avrà individuato nel tempo gli alimenti che possono scatenare la sintomatologia tipica dell’intestino irritabile e avrà imparato a consumarli con moderazione o addirittura ad escluderli dalla propria dieta. In generale però si può affermare che una dieta bilanciata e un corretto equilibrio idrico sono da raccomandare in tutti i casi e per scegliere al meglio gli alimenti da prediligere è necessario circoscrivere il sintomo prevalente (stitichezza o al contrario diarrea oppure meteorismo).
Per alcuni pazienti è utile:
• evitare bibite gassate o altri cibi e bevande che stimolano la produzione di gas intestinale;
• mangiare lentamente;
• astenersi il più possibile dal consumo di caffeina, alcool e dolcificanti artificiali;
• evitare i cibi che possono aumentare la produzione di gas nell’intestino.
Nei pazienti con IBS spesso il disagio/dolore è legato ad un’alterata percezione del gas intestinale, quindi sarebbero da ridurre al minimo le sostanze alimentari responsabili dei processi fermentativi. Alcuni carboidrati (i FODMAPs – Oligosaccaridi, Disaccaridi, Monosaccaridi e Polioli Fermentabili) sono poco assorbiti nell’intestino e determinano la formazione di gas, scatenando i sintomi. Alimenti appartenenti a questo gruppo sono: frutta come mele e pere, alimenti con fruttani (cipolle, asparagi, carciofi, frumento), cibi che contengono raffinosio (lenticchie, cavoli), ed infine cibi contenenti sorbitolo (prugne, dolcificanti artificiali). Per attenuare i sintomi dell’IBS può essere utile una dieta che elimini o riduca drasticamente tutti questi cibi.
Anche l’attività fisica gioca un ruolo importante nei nuovi approcci terapeutici.
Sappiamo che è difficile pensare di fare esercizio fisico quando non ci si sente al meglio, ma il moto è un valido strumento per scaricare le tensioni emotive e per favorire il processo di detossificazione.
Praticare una regolare attività fisica, almeno 20-30 minuti di passeggiata, aiuta a ridurre lo stress e facilita la funzione intestinale, particolarmente nei pazienti affetti da stipsi.
Il mondo vegetale dispone di diversi complessi molecolari che ben si adattano alle normali funzionalità dell’intestino. Questi interventi possono sicuramente dare un contributo significativo alla sintomatologia sempre dietro ad un preventivo approfondimento dei meccanismi alla base del nostro disturbo a cura del proprio medico curante o dello specialista.
L’IBS si manifesta in ogni individuo in modo diverso. Individuare ciò che funziona meglio per ognuno è la chiave per stare meglio. Anche piccoli cambiamenti possono fare una grande differenza per migliorare la qualità della vostra vita.